PIEVE DI CADORE
RICORDO DI OLIVO DE POLODa giovedì 8 settembre, nella sede della Magnifica Comunità di Cadore, è possibile visitare la mostra del pittore cadorino Olivo De Polo, molto noto nella seconda metà del secolo scorso oltre che per le sue qualità artistiche, anche per aver condotto per molti anni il ristorante all'interno del Forte di Monte Zucco (Col Vaccher) nel bosco di Manzago a Tai di Cadore. La bella mostra, ubicata nello spazio espositivo al terzo piano della Magnifca Comunità, è stata voluta dai figli Angelo e Antonio che hanno trovato anche la collaborazione del Comune di Pieve di Cadore, nonché della parrocchia di Santa Maria Nascente, della Fondazione Centro Studi Tiziano e del Rotary Club Cadore-Cortina. La motivazione della mostra è stata illustrata dal figlio Antonio- presente con i nipoti Alessandro e Francesco-, con un intervento breve, ma molto significativo: “Mio fratello Angelo e io” ,ha esordito.” con questa mostra abbiamo abbiamo pensato di onorare la memoria di nostro padre. L'esposizione rappresenta la fase matura della sua pittura, tralasciando volutamente tutte le opere di scultura e ceramica. Per nostro padre era fondamentale la dimensione del tempo, raffigurato anche in un quadro esposto e il rispetto per quello che ciascuno di noi si sente di fare. Non era irruento, ma neppure mite, ma nel rapporto con il prossimo era selettivo: non vi erano compromessi. “Il tempo scorreva alchimie segnate da fantasie, da immagini, da riflessioni profonde”, ha scritto un suo carissimo amico. Quella religiosità con cui proponeva la legge della natura imperante ovunque, quella adorazione pagana per tutto quello che aveva posto attorno alla sua dimora, che cedeva ad altri, sicuro pochi che pochi potevano capire l'anima autentica del suo lavoro, della sua storia e della sua rivelazione profonda.” Sono parole che condivido in pieno”, conclude Antonio De Polo.
Olivo De Polo nasce il 12 gennaio 1931 a Pieve di Cadore e ha sempre vissuto in “Piazzoletta”, una località posta all'ingresso del paese, vicino a Piazza Tiziano. Sin da giovane inizia a disegnare e dipingere quadri per passione che regala a parenti e ad amici. Intraprende molti lavori, tra i quali barman nella Cortina bene del dopo Olimpiadi del 1956. In questo ambiente inizia a vendere le sue opere e a essere apprezzato per il suo talento che si esprime particolarmente in soggetti di montagna con tramonti e paesaggio. Sarà questo il filo conduttore anche nei quadri successivi dove sarà evidente una sua visione apocalittica, come l'ultimo treno, l'Apocalisse. Nel 1970 lascia la pittura e si dedica alla ceramica attrezzando un laboratorio a Vodo, dove però rimane solo due anni al termine dei quali si trasferisce al Forte di Col Vaccher.
Qui alterna il suo lavoro di ceramista con quello del della ricostruzione del Forte, aiutato dai figli , in particolare Antonio che nel 1973 si diploma Maestro d'Arte in ceramica. Per Olivo una fonte alternativa di guadagno arriva con l'attività del bar ristorante, conosciuto come Forte Fumo, che sarà molto apprezzato da Veronelli e Bonassisi.
Muore a causa di un incidente l' 8 gennaio del 2000. Una morte da lui prevista perché da lui preconizzata in una quadro esposto alla mostra di Pieve con il titolo “Il Tempo”. Le opere esposte, sinora erano sparse nelle case dei figli e nel loro stabilimento della Galvalux. La mostra rimarrà aperta fino all'8 ottobre dal martedì al sabato: il mattino dalle ore 8 alle 12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 1730. VITTORE DORO




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