venerdì 30 settembre 2022


NON UN BUCO NERO 

MA UN FIORE ALL'OCCHIELLO

 VENEZIA

I problemi della sanità nel territorio bellunese sono un argomento trattato quotidianamente da social, quotidiani, telegiornali, ecc... Quindi a riguardo è già stato detto praticamente tutto ciò che si poteva dire con adeguati commenti e proposte, e di conseguenza non c'è nulla di rilevante e significativo da aggiungere; tuttavia voglio raccontare una "storia" anche in vista della supposta chiusura dell' istituto Pio XII di Misurina Auronzo di Cadore (BL). Durante le scorse primavera ed estate una mia piccola parente di poco più di due anni (tralascio nome e località di residenza per ragioni di privacy) ha avuto due gravi episodi di broncospasmo. Ovviamente i genitori, sentito d' urgenza il parere della pediatra, sono ricorsi alle cure ospedaliere, dal pronto soccorso è stata portata in pediatria, dove, dopo accertamenti diagnostici anche importanti e le cure urgenti del caso, è stato consigliato di sentire il parere di medici specializzati e di sottoporre la piccola ad esami specifici ed approfonditi. Inizia così un' "Odissea" per la ricerca di specialisti che potessero prendere in cura la bambina e seguirla adeguatamente qualora si fossero ripresentate crisi respiratorie. Sembrerà impossibile, ma non si è trovato alcun medico disponibile, e neppure la struttura ospedaliera ha soddisfatto le esigenze della piccola paziente e dei suoi genitori proponendo sempre appuntamenti a lungo termine, quando invece, anche in vista dell' inizio della scuola dell' infanzia, era necessario fornire indicazioni precise alle insegnanti su come comportarsi in caso di problemi respiratori. La ricerca di specialisti da parte dei genitori non si è limitata alla città di residenza, si è allargata anche alle zone limitrofe, ma nulla è andato a buon fine. Sottolineo che le prestazioni del caso erano richieste non soltanto in convenzione con il SSN, ma anche privatamente. Dopo questi insuccessi la mamma ha pensato all' istituto Pio XII di Misurina, uno dei più quotati centri di diagnosi, cura, e riabilitazione ad alta quota delle malattie respiratorie dei bambini e degli adolescenti, la cui fama le era ben nota in quanto assidua frequentatrice del Cadore. A differenza di quanto è avvenuto con qualsiasi altra struttura a cui si era rivolta appena si è messa in contatto con il personale della struttura e spiegata la patologia della figlia, ha avuto dettagliate indicazioni su come procedere per avere l' appuntamento per la diagnosi specifica e la relativa cura. Espletate le pratiche burocratiche previste dalla normativa vigente è stato dato immediatamente l' appuntamento per la visita, tenendo presenti anche le esigenze lavorative dei genitori. La piccola paziente è stata quindi presa in carico e nell' arco di una giornata è stata sottoposta agli esami specifici ed a visite che hanno permesso una corretta diagnosi e suggerimenti per le adeguate cure sia in caso di nuove crisi respiratorie, sia per prevenirle. Voglio sottolinerare l' alta professionalità, la disponibilità, e la grande gentilezza di tutto il personale che è riuscito a mettere a suo agio la bambina ed a supportare i genitori per accompagnarli con adeguati suggerimenti ed indicazioni in questo percorso di cura della figlia. Grazie alle cure specifiche prescritte fortunatamente la bimba sta bene, vive con entusiasmo la sua quotidianità e pratica anche sport, ovviamente adatto alla sua età. Gli accordi prevedevano che se tutto fosse proceduto per il meglio la paziente sarebbe stata rivista per controllo verso la fine dell' inverno 2022/2023. CHISSA' SE SARA' POSSIBILE?! Non ultimo va detto che il tutto, previa impegnativa della pediatra, è stato in convenzione con il SSN. Naturalmente questa esperienza a lieto fine è stata raccontata anche a conoscenti con le stesse problematiche suggerendo loro di intraprendere il medesimo percorso. Ora sono convinto che con un' adeguata propaganda informativa della struttura, ed i mezzi perfarla non mancano (vedi social, programmi pubblicitari, stampa, ecc...) questa preziosa realtà esistente nel territorio bellunese da molto tempo e che ha fornito un servizio importante a bambini e ragazzi provenienti da ogni parte dell' Italia, potrebbe non cessare di esistere. Come si può ben comprendere, la sua soppressione sarebbe una grave perdita per il territorio e per chi soffre di problemi respiratori ed allergici, qualunque sia la sua provenienza. Sicuramente sono importanti gli investimenti già fatti e previsti negli ambiti soprattutto sportivo, turistico, viario, ecc... (anche se ci sarebbe molto da far presente pure riguardo a questi), ma è da sottolineare con forza che la salute viene prima di ogni altra cosa. L' istituto Pio XII di Misurina ha saputo risolvere con successo ed in tempi brevi quanto altre strutture sia pubbliche che private site in grandi città o comunque altrove non sono state in grado di gestire con modalità e tempi adeguati. Si spera che tutto possa concludersi per il meglio e l' istituto Pio XII, anziché un "buco nero"diventi un "fiore all' occhiello" del territorio. Francesco Brugin 


mercoledì 28 settembre 2022



PIEVE DI CADORE
Sabato 1 ottobre il Cadore, con una giornata di studio, nella sala della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore, ricorderà a cent'anni dalla morte don Carlo De Luca, sacerdote e fervente patriota nato a Borca di Cadore nel 1830 e morto nel 1922.
Per ricordarlo la Magnifica Comunità di Cadore ha organizzata una giornata di studio che si terrà sabato 1 ottobre nella sala della Magnifica Comunità a Pieve dalle ore 14.30 alle 18.30. Sacerdote, patriota, rimboschitore, in corrispondenza con figure della cultura italiana del suo tempo, la personalità di don De Luca è assai complessa e ricca. Il convegno vuole renderla nuovamente visibile restituendolo alla nostra conoscenza. Il convegno fa parte di un progetto più articolato che ha previsto il censimento, ancora parziale, del suo archivio conservato presso l’Isbrec e uno studio sulle diverse sfaccettature della sua vita. L’obiettivo è di valorizzare il fondo donato dagli eredi di don De Luca e custodito all’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Belluno composto da una gran mole di documenti, materiale fotografico, diplomi e lettere. Attraverso questi materiali è possibile comprendere i principali aspetti della vita sociale e culturale del sacerdote di Borca. Al convegno che sarà moderato dalla dottoressa Letizia Lonzi, parteciperanno Francesco Piero Franchi dell’Isbrec di Belluno, il giornalista e storico Bruno De Donà che parlerà della figura del sacerdote come animatore della resistenza contro gli austriaci e seguace di Pietro Fortunato Calvi nelle vicende risorgimentali; lo storico goriziano Walter Musizza che parlerà don De Luca come combattente nella battaglia a Tre Ponti nel comune di Vigo del 1866. “È anche con un pizzico di orgoglio – sottolinea Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità di Cadore – che, ancora una volta, la Magnifica si è impegnata per riscoprire e far conoscere un personaggio cadorino che ha lasciato un segno importante nella storia contribuendo ad alimentare, in senso positivo, l’identità e l’unità del Cadore. VITTORE

 


PIEVE DI CADORE

Nel salone della Magnifica Comunità, a Pieve di Cadore, il Gruppo Archeologico Cadorino e il MARC organizzano per venerdì 7 ottobre ore 18, una conferenza sulla riscoperta dell’Arte dei Veneti Antichi, sul restauro e l’archeologia sperimentale. Relatore sarà Stefano Buson, già funzionario restauratore della direzione regionale dei Musei del Veneto.
 “L’arte delle situle” spiega Stefano Buson,” è la prima manifestazione artistica dei Veneti che dalla seconda metà del VII secolo a.C. fino al III secolo si diffuse nell’Italia nord-orientale, Austria e Slovenia. Tra i principali capolavori ci sono le situle della Certosa di Bologna, la situla Benvenuti, la situla di Pieve d’Alpago e le due situle di Montebelluna, recentemente scoperte e molte altre ancora. Questo vasto fenomeno culturale coinvolge manufatti di bronzo laminato decorati con figure a carattere narrativo. In questo contesto di saperi e abilità, il potere aristocratico si vuole legittimare portando alla ribalta scene di vita quotidiana e racconti storici sapientemente cesellati su coperchi, elmi, foderi di coltello, cinturoni, situle e lamine votive tra cui spicca la lamina con cavallo di Lagole che per la sua bellezza avrebbe ispirato pure un artista come Picasso”. Nel quadro di una più ampia ricerca sulle tecniche metallurgiche dell’età del Ferro, Stefano Buson ha scelto di accostare l’attività di restauro allo studio tecnologico dei reperti istoriati, ripercorrendo, passo per passo, il modo in cui venivano progettati e materialmente creati dagli antichi artisti. Ogni qualvolta toccava con mano le antiche situle che andava a restaurare si poneva i seguenti quesiti: come erano fatte, quali erano i segreti artigianali degli antichi veneti, quali e quanti messaggi volevano trasmettere ai loro contemporanei e a noi, affascinati dalla loro arte. In queste prime fasi di studio decide di intraprendere un percorso che lo ha portato alla ricostruzione sperimentale di numerose situle. Nel corso della serata di Pieve di Cadore, alcune di queste saranno esposte assieme a lamine in corso di lavorazione. Nel quadro di una più ampia ricerca sulle tecniche metallurgiche dell’età del Ferro, Stefano Buson ha scelto di accostare l’attività di restauro allo studio tecnologico dei reperti istoriati, ripercorrendo, passo per passo, il modo in cui venivano progettati e materialmente creati dagli antichi artisti. Ogni qualvolta toccava con mano le antiche situle che andava a restaurare si poneva i seguenti quesiti: come erano fatte, quali erano i segreti artigianali degli antichi veneti, quali e quanti messaggi volevano trasmettere ai loro contemporanei e a noi, affascinati dalla loro arte. In queste prime fasi di studio decide di intraprendere un percorso che lo ha portato alla ricostruzione sperimentale di numerose situle. Nel corso della serata alcune di queste saranno esposte assieme a lamine in corso di lavorazione.Vittore Doro
                                   MADONNA DELLA MISERICORDIA

  PIEVE DI CADORE

E' stata chiusa domenica 18 settembre, l’esposizione sviluppata attorno all’opera di Tiziano e della sua bottega “La Madonna della Misericordia”, ottenuta in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
E' stata un successo l’esposizione costruita attorno all’opera di Tiziano e della sua bottega “La Madonna della Misericordia”, avuta in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze. “Un successo” ha commentato Letizia Lonzi,” che ha fatto anche da traino alla proposta culturale dell’estate cadorina. Le presenze dei musei della Magnifica Comunità hanno registrato” infatti” un incremento di presenza del 7,8% rispetto al 2021. La mostra, che in due mesi ha totalizzato 5.290 visitatori, ha celebrato il centenario della dichiarazione di monumento nazionale della Casa natale di Tiziano Vecellio. A questo evento sabato 17 dicembre sarà dedicato anche il convegno “Il centenario della Casa natale di Tiziano. Dall’abitazione dei Vecellio al monumento nazionale”. L’idea e la formula della mostra dossier, che ha visto l’affiancamento all’opera di documenti e oggetti d’epoca, si sono rivelate vincenti. “Stiamo investendo molte risorse sulla Casa natale di Tiziano Vecellio”, spiega Renzo Bortolot, presidente della Magnifica Comunità, “consapevoli dell’enorme potenzialità di questo luogo, capace di richiamare l’interesse internazionale di appassionati e curiosi a Pieve di Cadore. Ogni anno sviluppiamo nuovi progetti, sostenibili sotto il profilo economico e vincenti sul profilo storico-scientifico, costruendo sempre nuove relazioni, capaci di generare un turismo culturale locale di qualità. Sono successi che si ottengono anche grazie al lavoro dei molti giovani che-senza guardare feste e riposi- prestano la loro opera come operatori di servizio civile o come stagisti”.VITTORE DORO

 PIEVE DI CADORE

Il 25 agosto scorso, è deceduto dopo lunga malattia, Giuseppe Andreella di Pieve di Cadore, persona molto conosciuta come proprietario di una line di autocorriere

poi come autista di pullman. La vedova Silvana Buffon, anch'essa molto conosciuta per aver lavorato molti anni nell'Azienda di Soggiorno di Pieve di Cadore e i figli con le loro Famiglie sono rimasti molto colpiti per l'attenzione riservata al loro congiunto durante il lungo e doloroso decorso della malattia e vorrebbero ringraziare pubblicamente chi è stato loro vicino, ad iniziare dall'Associazione Vita Senza Dolore del Cadore, all'Associazione ADIMED e in particolare la dottoressa Maria Venturini e tutti coloro che hanno fatto parte dello staff che li ha seguiti. “Sono rimasta sorpresa”, ha affermato la vedova signora Silvana,” perché ne sapevo, né immaginavo che ci fossero tante persone che seguono notte e giorno questi ammalati, sostenendo anche moralmente sia gli ammalati che le loro famiglie, senza mai chedere nulla. Per questo voglio ringraziarli e far conoscere pubblicamente il loro valore disinteressato. Gradirei, se possibile” ha aggiunto,” far conoscere alla cittadinanza che, come me non le conoscevo, queste persone e la loro Associazione anche perché immagino che abbiano sempre bisogno di sostegno”. “L' Associazione Vita Senza Dolore del Cadore”, spiega il suo presidente Renzo Zagallo, è nata il 24 settembre 2009 a Pieve. E' sorta spontaneamente per offrire una più completa assistenza medico-sociale agli abitanti delle terre alte della provincia di Belluno. Il suo scopo sin dall'inizio, è quello di attuare unicamente finalità di solidarietà sociale perseguendo lo studio, la promozione, l’organizzazione e l’attuazione di forme di assistenza psicologica e sociale, dirette ad alleviare primariamente le sofferenze degli ammalati di cancro e di altre malattie evolutive irreversibili, fornendo gratuitamente ausili (quali letti elettrici, materassi antidecubito, carrozzine ecc.) a domicilio dei pazienti di Ampezzo, e Cadore. D. Quanti sono attualmente i soci? R.” Conta attualmente una quarantina di soci, dei quali circa dieci sono operativi. Dal gennaio 2018 l'associazione Vita senza dolore ha sottoscritto con l'Ulss 1 Dolomiti, un protocollo d'intesa per il sostegno dei pazienti affetti da decadimento cognitivo e dei loro familiari residenti in Cadore. Vengono proposte delle strategie comunicative per sostenere la relazione di cura, interventi psico-educazionali personalizzati. Vengono inoltre forniti i recapiti dei referenti dei servizi socio-sanitari presenti nel territorio sostenendo l'inclusione sociale. L’associazione inoltre fornisce ausili agli ammalati affetti da demenza o da malattie irreversibili su richiesta delle famiglie o dei responsabili delle cure palliative ULSS 1 Dolomiti. Il trasporto avviene grazie ad un volontario che mette gratuitamente a disposizione il suo furgone. Dal 2017 oltre 60 famiglie sono ricorse all’associazione per avere ausili”. Vittore DORO

sabato 24 settembre 2022

 PIEVE DI CADORE   

  IL PRIMO OTTOBRE RITORNA DOLOMITI RESCUE RACE 

Sono già 43 squadre iscritte alla Dolomiti Rescue Race 2022 che si svolgerà sabato 2 ottobre a Pieve di Cadore, provenienti da sei nazioni differenti. “E' un buon numero” ha affermato Marco Da Col, vicepresidente della Stazione di Pieve di Cadore, nel corso della conferenza stampa di presentazione della edizione del 2022 della manifestazione, ”perché anche lo scorso anno a una settimana della gara gli iscritti erano 47 e alla partenza si sono presentati in 74,provenienti da stati e regioni differenti: Polonia, Scozia, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Serbia e Romania. Un record che contiamo di ripetere anche in questa undicesima edizione”. All'incontro stampa che si è svolto nella sala consigliare del municipio di Pieve, ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Casagrande che ha illustrato il valore internazionale della manifestazione.” Si tratta di una gara anomala”, ha spiegato,” a metà strada strada tra una competizione vera e propria e una camminata in montagna. L'importanza sul piano tecnico” ha aggiunto,” sta nella filosofia della Dolomiti Rescue Race, che è strutturata come un intervento vero e prorio per un soccorso in montagna, quando la velocità del soccorso è un elemento importante per la vita di un infortunato. Come amministrazione siamo fieri e orgogliosi di accogliere, insieme al Comune di Calalzo, la manifestazione e ci auguriamo che anche quest'anno all'arrivo ci sia una folla per applaudire le squadre di soccorritori con in primis quella vincitrice”. “La Dolomiti Rescue Race, che si svolgerà sabato 2 ottobre, è una competizione riservata ai componenti del Soccorso alpino e speleologico in Italia e dei Soccorsi alpini europei, sta diventando ad ogni edizione una gara a carattere sempre più internazionale. “Quella di quest'anno è la undicesima edizione” ha spiegato Marco Da Col, ideatore della manifestazione e responsabile dell'organizzazione.”Si svolgerà come la gara del 2021, sullo stesso percorso e con le stesse modalità, anche il regolamento è uguale. La manifestazione si svolgerà sabato 1 ottobre a Pieve di Cadore e quest'anno sono previste, oltre alle prove tecniche e di resistenza, anche con un osservanza delle norme di sicurezza, molto attenta. Una maggiore attenzione necessaria, perché sono stati troppi, in questi anni i membri dei soccorsi alpini europei che sono caduti perdendo la vita. All'evento, nato con lo scopo di incontrarsi, confrontarsi e stringere nuove amicizie in un contesto diverso da quello operativo e di intervento, parteciperanno quest'anno, oltre a squadre provenienti da tutte le regioni italiane, anche soccorritori da altri stati europei. In previsione della manifestazione, la Polizia Locale di Pieve ha già emesso una ordinanza per disciplinare il transito delle auto e l'occupazione degli spazi sul Piazzale Martiri della Libertà, dov'è stato previsto il solito tendone riservato all'organizzazione della gara e al pranzo conclusivo che sarà aperto alle ore 18,30 di venerdì 30 settembre. Al pranzo “, ha proseguito,

”potranno partecipare anche gli spettatori”. La Dolomiti Rescue Race è una competizione tecnica per squadre di quattro elementi ognuna, equipaggiati con materiale specifico. La partenza della gara, alle 9. in linea avviene a Praciadelan di Calalzo di Cadore. Da qui gli atleti salgono ai Piani del Monte Antelao e a Forcella Piria, per proseguire in cresta, calarsi poi con le corde doppie, raggiungere la vallata, attrezzare la barella e con questa arrivare al traguardo in Piazza Tiziano a Pieve di Cadore , dove i primi arrivi sono attesi attorno alle 11.30. Il dislivello in salita è di 1.250 metri, in discesa di 1.440 metri per 15 chilometri di sviluppo. . VITTORE DORO


mercoledì 21 settembre 2022

 PIEVE DI CADORE

                 


                        RICORDO DI OLIVO DE POLO

Da giovedì 8 settembre, nella sede della Magnifica Comunità di Cadore, è possibile visitare la mostra del pittore cadorino Olivo De Polo, molto noto nella seconda metà del secolo scorso oltre che per le sue qualità artistiche, anche per aver condotto per molti anni il ristorante all'interno del Forte di Monte Zucco (Col Vaccher) nel bosco di Manzago a Tai di Cadore. La bella mostra, ubicata nello spazio espositivo al terzo piano della Magnifca Comunità, è stata voluta dai figli Angelo e Antonio che hanno trovato anche la collaborazione del Comune di Pieve di Cadore, nonché della parrocchia di Santa Maria Nascente, della Fondazione Centro Studi Tiziano e del Rotary Club Cadore-Cortina. La motivazione della mostra è stata illustrata dal figlio Antonio- presente con i nipoti Alessandro e Francesco-, con un intervento breve, ma molto significativo: “Mio fratello Angelo e io” ,ha esordito.” con questa mostra abbiamo abbiamo pensato di onorare la memoria di nostro padre. L'esposizione rappresenta la fase matura della sua pittura, tralasciando volutamente tutte le opere di scultura e ceramica. Per nostro padre era fondamentale la dimensione del tempo, raffigurato anche in un quadro esposto e il rispetto per quello che ciascuno di noi si sente di fare. Non era irruento, ma neppure mite, ma nel rapporto con il prossimo era selettivo: non vi erano compromessi. “Il tempo scorreva alchimie segnate da fantasie, da immagini, da riflessioni profonde”, ha scritto un suo carissimo amico. Quella religiosità con cui proponeva la legge della natura imperante ovunque, quella adorazione pagana per tutto quello che aveva posto attorno alla sua dimora, che cedeva ad altri, sicuro pochi che pochi potevano capire l'anima autentica del suo lavoro, della sua storia e della sua rivelazione profonda.” Sono parole che condivido in pieno”, conclude Antonio De Polo. 


Olivo De Polo nasce il 12 gennaio 1931 a Pieve di Cadore e ha sempre vissuto in “Piazzoletta”, una località posta all'ingresso del paese, vicino a Piazza Tiziano. Sin da giovane inizia a disegnare e dipingere quadri per passione che regala a parenti e ad amici. Intraprende molti lavori, tra i quali barman nella Cortina bene del dopo Olimpiadi del 1956. In questo ambiente inizia a vendere le sue opere e a essere apprezzato per il suo talento che si esprime particolarmente in soggetti di montagna con tramonti e paesaggio. Sarà questo il filo conduttore anche nei quadri successivi dove sarà evidente una sua visione apocalittica, come l'ultimo treno, l'Apocalisse. Nel 1970 lascia la pittura e si dedica alla ceramica attrezzando un laboratorio a Vodo, dove però rimane solo due anni al termine dei quali si trasferisce al Forte di Col Vaccher. 


Qui alterna il suo lavoro di ceramista con quello del della ricostruzione del Forte, aiutato dai figli , in particolare Antonio che nel 1973 si diploma Maestro d'Arte in ceramica. Per Olivo una fonte alternativa di guadagno arriva con l'attività del bar ristorante, conosciuto come Forte Fumo, che sarà molto apprezzato da Veronelli e Bonassisi. 


Muore a causa di un incidente l' 8 gennaio del 2000. Una morte da lui prevista perché da lui preconizzata in una quadro esposto alla mostra di Pieve con il titolo “Il Tempo”. Le opere esposte, sinora erano sparse nelle case dei figli e nel loro stabilimento della Galvalux. La mostra rimarrà aperta fino all'8 ottobre dal martedì al sabato: il mattino dalle ore 8 alle 12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 1730. VITTORE DORO

martedì 20 settembre 2022

  Un successo inaspettato ma sperato

                                PIEVE DI CADORE -









Per tre giorni, grazie al ritorno del Sani Folk Festival, Pieve di Cadore è tornato ad occupare lo spazio che gli compete nell'ambito degli spettacoli e del folclore. E subito cadorini e turisti si sono riversati nelle piazze e nei luoghi di concerto, come facevano anni fa, quando il Gran Caffè Tiziano era aperto e funzionava da catalizzatore delle molte attività turistiche e culturali organizzate in continuazione. E' stato ideato e organizzato per la quarta volta dal musicista Andrea Da Cortà che si è assunto anche la responsabilità di organizzarlo e dirigerlo, contando sull'apporto delle sorelle Manuela e Susanna di un ristretto gruppo di amici. Il Festival è stato ideato come rassegna di musica tradizionale delle genti di montagna e anche quest'anno ha rispettato l'idea originale e ha ospitato complessi e gruppi nazionali e internazionali provenienti dalla Francia (Corsica), Svizzera e da molte regioni italiane.


 Sono stati 3 giorni intensi di concerti e animazione nel centro storico di Pieve, a Pozzale e al forte di Monte Ricco. Questa edizione non si è tenuta solo al Forte di Monte Ricco, come le precedenti, ma ha avuto più sedi: dalla chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente, dove alle ore 21 di venerdì 17 tutto è iniziato con l'esibizione dell'Arpista Alessia Bianchi, che ha tenuto il suo concerto destreggiandosi su due strumenti: l'Arpa Gaelica e l'Arpa Celitica. Già da quella esibizione che ha visto la presenza di un centinaio di ascoltatori, si è capito che questa edizione sarebbe stata fortunata. Una sensazione riconosciuto anche dal direttore artistico. Il successo della prima serata è stato confermato dalle esibizioni degli artisti dell'Arco Orobico, ovvero i suonatori e ballerino che si sono esibiti in Piazza Tiziano al mattino del sabato. Una esibizione che già dalle prime note ha portato a formarsi un pubblico catturato dalla novità.


 La grande attesa per l'esibizione dei Corni delle Alpi provenienti dalla Svizzera ha fatto sì che la passeggiata con concerto dei grandi cori nella frazione di Pozzale avesse un seguito inaspettato, seguito dal successo di pubblico proveniente da tutto il Cadore e da Belluno per ascoltare le musiche e i balli proposti dal gruppo dei Bandabrian, esibitisi nel dopo cena nella sala del Caffè Tiziano. Un successo che è stato misurato dal numero di bis: ben 5. Cosa dire della sveglia che i Corni delle Alpi hanno dato all'intero Cadore Centrale esibendosi alle 7 del mattino sul piazzale del Forte di Montericco? Solo che è stata molto gradita e commentata positivamente.






Grande interesse per il convegno proposto dai corsi e dai >friulani> che hanno presentato il Cammino di San Martinu con l'intenzione di proporlo anche in Cadore. Si rinnovato il successo dei Rustek che ha raccolto attorno a loro anche alcuni musicisti indipendenti, concluso con un saluto sotto l statua di Tiziano.



 Il pomeriggio ha consentito di gustare due concerti uno di Sabatini e Santuzzo; l'altro del complesso svizzero Vent Negru: uno più bello dell'altro.


 Poi la conclusione del Festiva da parte del Coro Cadore


 e del quartetto corso Caramusa che hanno entusiasmato il pubblico presente, oltre che con i canti anche con la loro espressività. “Un successo inaspettato ma sperato”, ha affermato Andrea Da Cortà, chiudendo la rassegna.” Penso semplicemente che con un pò di buona volontà e collaborando si possono ottenere grandi risultati e SANI ne è la riprova.
Se vogliamo uscire dal torpore in cui ormai da tempo siamo immersi, si deve trovare il coraggio di tirarsi su le maniche e sporcarsi le mani.


Viviamo in un epoca in cui è molto più facile lamentarsi e criticare piuttosto  che agire e fare qualcosa di concreto e ciascuno di noi deve farsi carico della propria parte. La modernità ha fatto perdere la cosa più importante di cui abbiamo estremamente bisogno: la cultura, lo stare assieme, la condivisione, sorridere e piangere assieme”. Vittore Doro

mercoledì 14 settembre 2022

 A PIEVE DI CADORE “CAMPAGNA ASFALTI”PENALIZZATA DALL’AUMENTO DEI PREZZI



Campagna asfalti martoriata dall’aumento dei prezzi anche a Pieve di

Cadore. Quest’anno l’Ufficio tecnico del Comune di Pieve di Cadore ha

messo in programma un piano particolareggiato di asfalti che avrebbe dovuto

rigenerare alcune strade interne ad elevata frequentazione. Strade che da

anni aspettano un intervento in grado di risolvere le precarie situazioni di

degrado causate del traffico, dall’acqua e dalla neve.

Il programma, che comprendeva una serie articolata di interventi, ha dovuto

ahimè essere fortemente ridimensionato a causa dell’esponenziale aumento

dei prezzi.

E così è stato possibile asfaltare via Regia, una parte di via Arsenale e una

parte di Piazzale Martiri della Libertà, la parte alta di via Cà De Polo, una

porzione di via delle Piazze e una parte di via Belvedere. Quest’ultimo

intervento ha consentito di avviare verso il completamento il progetto di

rifacimento dell’intera arteria urbana che serve una delle zone più belle del

territorio comunale.

Il valore dell’intervento nel suo insieme supera i 170mila euro che sono serviti

a mettere in opera nove mila metri quadrati di asfalto, circa la metà di quelli

acquistabili prima dell’aumento dei prezzi.

Per quest’anno era stato programmato un piano di asfalti del tutto particolare

per Pozzale ritenuta la frazione maggiormente bisognosa di un radicale

intervento sulle vie del paese. Ma i lavori slitteranno al prossimo anno in

quanto l’intero paese sarà presto interessato dalla messa in opera della fibra

(Open Fiber) che metterà a terra i cavi di collegamento. Quindi era inutile

procedere ad asfaltature che saranno rovinate da nuovi scavi. E ci sono

anche altre strade urbane che prossimamente saranno interessate da scavi

per la messa in opera di sottoservizi. L’Enel interverrà con un intervento di

sotterramento dei cavi in via Monte Rite, via Vissà, A. Rosso, via degli Alpini,

via Nazionale, via Roma, piazza Municipio, via Carducci, via Orsina Vecchia

e parte di via Belvedere. Lungo queste vie i lavori di asfaltatura potranno

essere eseguiti soltanto quando l’Enel avrà chiuso i cantieri. A tutto questo

bisogna aggiungere i lavori di rifacimento della rete acquedottistica che

prenderà il via con la nuova linea di via Arsenale nel tratto compreso tra la

vasca delle Finanze all’incrocio con via San Valentino. E tutto questo,

ovviamente condizionerà il completamento della campagna asfalti

programmata dal Comune di Pieve di Cadore.

GIUSEPPE CASAGRANDE SINDACO DI PIEVE DI CADORE

domenica 11 settembre 2022

 

PERCHE' UN CENTRO MALATTIE RARE IN CADORE -CORTINA


VALLE DI CADORE  - LE FOTO SONO DI FROL





Il motivo dell'organizzazione dell'evento lo spiega Debora Del Longo, una mamma coraggiosa che con grinta e coraggio si è messa al lavoro per realizzare un servizio di supporto sconosciuto in provincia ma indispensabile per tutte le famiglie alle prese con le malattie rare. D. Signora Del Longo, com'è iniziato il suo Calvario? R.”E' un problema che per me è iniziato lo scorso anno, quando la mia famiglia ha ricevuto la diagnosi che mio figlio Joshua era affetto da una malattia rara. Fino a quel momento, nonostante avessi notato che qualcosa non andava in lui, ero stata sempre considerata come madre troppo apprensiva e la malattia di mio figlio non era mai stata presa realmente in considerazione. Più che la dolorosa sorpresa di trovarmi davanti alla diagnosi di malattia rara di mio figlio, la cosa più difficile da comprendere è stata la constatazione del silenzio che avvolge le famiglie con all'interno figli delicati, colpiti da sindromi che molti pensano essere estremamente poco diffuse. Non è così purtroppo: nella sola Provincia di Belluno sono oltre 1500 tutti certificati, alcuni dei quali anche in Cadore e Cortina, come ho potuto realizzare dalle telefonate di mamme disperate per la mancanza di serivizi adeguati”. D. Come si è mossa? R.”Chiedendo in giro informazioni ho scoperto il progetto “Ama rare rete Veneto sociale, cultura, sport e cittadinanza attiva” promosso dalla RegioneVeneto, ma ho capito subito che l’informazione su questo tema era praticamente inesistente e ho deciso di muovermi da sola per capire cosa si potesse fare non solo per mio figlio, ma anche per le altre famiglie. Da allora ho aderito al progetto regionale dedicato alle malattie rare del quale fa parte Franco Dalle Grave, altro genitore di un altro ragazzo con malattia rara. Dalle Grave si stava già muovendo per provare a dare una risposta a quelli che, come me e mio marito, si sono trovati soli alle prese con una malattia rara” D. In Cadore ha trovato condivisione? R.” Si ho trovato un altro abitante di Valle, Luca Gaccione che ha un problema simile al mio. Insieme abbiamo pensato di organizzare per venerdì 9 settembre un evento a Valle di Cadore, dove si potrà finalmente parlare di malattie rare e conoscersi tra famiglie con le stesse problematiche. In pochi giorni sono stata contattata da una decina di persone. La dimostrazione che, fa capire che la nostra stima sulla frequenza delle malattie rare in Cadore non è sbagliata. Lo scopo dell'evento di Valle è far capire alle persone che non bisogna avere vergogna della propria condizione e che c’è chi può aiutarle”. vittore doro
                                        


 SARA' A PIEVE DI CADORE IL CENTRO SERVIZI PER LE MALATTIE RARE

10 settembre Malattie rare in CADORE 

VALLE DI CADORE


Sarà ubicato nella Casa del Volontariato (ex Tribunale di Pieve di Cadore) il Centro servizi per le Malattie Rare del Cadore e Cortina. Lo ha confermato il sindaco di Pieve Giuseppe Casagrande durante il suo intervento nel momento clou della straordinaria serata che si è svolta venerdì sera nella Sala Polifunzionale di Valle di Cadore, organizzata da Deborah Del Longo e Luca Gaccione per sensibilizzare la comunità bellunese sul problema sinora quasi sconosciuto delle Malattie Rare. “Sono orgoglioso di aver partecipato alla serata che ha consentito ai cittadini di conoscere la portata delle malattie che non trovano facilmente una cura. Non perché la medicina non lo voglia fare, ma “perché una cura non c'è”. Sono sicuro che la grande partecipazione di questa sera spingerà senz'altro la medicina tradizionale ad affrontare le malattie rare con maggior impegno, perché le cure si trovano solo con la “ricerca”. Ho ricevuto dagli organizzatori la richiesta di uno spazio per organizzare un Centro Servizi con il quale affrontare meglio i molti problemi legati a questa tipologia di malattie. Posso garantire che questo spazio è stato concesso e sarà ubicato al primo piano- lo stesso della Biblioteca Civica- nella Casa del Volontariato in Piazza della Libertà a Pieve di Cadore”.

 L'obiettivo che ha spinto Deborah Del Longo e Luca Gaccione ad organizzare un evento che coinvolgesse l'intera Comunità ad affrontare il problema della Malattie Rare è stato dunque raggiunto e oggi tutte le famiglie che hanno questo problema possono tirare un sospiro di sollievo. Non solo per aver ottenuto la sede del Centro Servizi per coordinare le loro attività, ma soprattutto per aver ricevuto una condivisione corale ai loro problemi: oggi non si sentono più soli. Infatti l'evento organizzato per affrontare il problema- grazie all'impegno degli organizzatori e alla collaborazione di molte aziende e molti privati- è stato un grande successo per misurare il quale è sufficiente contare il numero di pizze realizzate dai maestri istruttori della “Scuola Italiana Pizzaioli Paolo Priore, Fabio Sebastiani e Luca Gaccione”: 320 pizze di una qualità che è difficile trovare anche nelle pizzerie specializzate, distribuite con una tempistica perfetta e innaffiate da vini pregiati offerti da aziende vinicole. La serata era iniziata alle 18,30 con un aperitivo offerto dal Fvsion Restorant Cortina che ha consentito di accogliere e collocare i partecipanti che avevano prenotato e che ha consentito di gustare un antipasto in attesa della pizza che ha iniziato ad arrivare dalle 19 in poi. Per l'occasione anche per il servizio ai tavoli “sono state reclutate molte volontarie che si sono distinte per la cortesia e la velocità nella distribuzione. Per accogliere i molti <clienti> nella sala sono stati distribuiti i tavoli numerati su quattro file e ad ogni cliente è stato assegnato un numero. Nell'attesa, gli ospiti sono stati intrattenuti dal presentatore fantasista Nellio Grandelis, noto per i suoi programmi televisivi in lingua ladina. Per tutti come sorpresa in attesa dei discorsi sono arrivati i dolci offerti dalla Da Vià di Domegge. Per illustrare le motivazioni della serata, oltre al sindaco Casagrande, anche la dottoressa Laura Tardella, in rappresentanza del Comune di Valle, il Coordinatore bellunese del CSMR, Franco dalle Grave, Cristina Bolzonella responsabile dei progetto sulla Malattie Rare, Rachele Volpato P63 sindrome eec e il pittore Roberto Bianchi famoso per i suoi dipinti sulla natura, che ha donato al costituendo Centro Servizi due quadri sull'ambiente che sono stati messi all'asta il cui ricavato andrà al CSMR. La chiusura della serata è spettata a Deborah Del Longo che dopo aver ringraziato tutti i partecipanti all'evento per la condivisione delle problematiche della serata, ha ringraziato particolarmente il marito Ruben perché senza la sua vicinanza non avrebbe potuto fare nulla. La serata è quindi proseguita sull'onda della musica d Mely e the Modies offerta dal Bar Saetta. VITTORE DORO