Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?”
“Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?” Le Montagne di vetro di Dino Buzzati sono state le protagoniste di una recita fantastica che l'attore Sandro Buzzatti (nessuna parentela con lo scrittore) e il musicista Nelso Salton, hanno tenuto sabato 22 ottobre nell'auditorium Cos.Mo. L'opera di Buzzati è stata al centro della mobilitazione per la Malattia Mentale.
”Una malattia“,
ha spiegato il sindaco di Pieve di Cadore Giuseppe Casagrande aprendo
lo spettacolo promosso dalla Cooperativa Itaca, dall’Associazione
Momentaneamente Assenti, e dallo stesso Comune di Pieve,“che non
può interessare soltanto i malati e i loro familiari, ma deve
richiamare l’attenzione dell’intera società per raccontare
esperienze e per sentire quali sono i bisogni di questi malati”. Lo
spettacolo che ha avuto per protagonista l’amore per le montagne di
Dino Buzzati è stato reso attuale dal duetto Buzzatti e Salton, ha
voluto essere anche un’occasione per ricordare il grande scrittore
Dino Buzzati a cinquant’anni dalla morte. Il testo dello spettacolo
è stato tratto da uno degli scritti più belli tra quelli che lo
scrittore bellunese ha dedicato alle Dolomiti:. All'inizio dello
<spettacolo>, prima di entrare con la mente e lo spirito nel
mondo buzzatiano, gli spettatori più anziani hanno immaginato di
vedere le montagne, le Dolomiti, ancora con gli occhi e la mente di
Dino, il mitico giornalista e descrittore che nella loro gioventù
avevano imparato a seguire a zonzo per le crode illustrate con
precisione quasi maniacale dall'autore. Per tutti comunque, grazie
all'abilità del recitante- molto di più che semplice lettore- le
MonTagne di vetro sono state un'autentica scoperta e che per chi lo
aveva conosciuto di persona o dagli scritti, è stato un importante
ripasso. Pochi sapevano che Buzzati riuscisse ad illustrare fatti
tragici, come la morte di Tita Piaz, con tanto sentimento o che
avesse tanto rispetto della vita umana, spesso mimetizzata sotto una
scorza d'indifferenza, dalla quale però traspariva il rimprovero
verso chi un rispettava l'essere umano vivo o morto, come nel caso
dell'aviatore americano abbandonato dai suoi superiori per mesi
appeso ad una corda sulla croda dov'era deceduto. Sentimenti
aumentati dai commenti musicali del contrabasso di Salton. Quello
che un italiano medio non può sapere è che nella Val Belluna vi
sono dei paesaggi incredibili da immaginare. Paesaggi talmente
orridi, quanto romantici: Montagne non belle esteticamente, ma
ugualmente monumenti della natura. La cosa strana di Buzzati è
che il reale non esclude il fantastico, sono inseparabili. Il suo
modo di vedere le montagne e di ritradurle in un significato nuovo è
suo pregio. Fuori Belluno, le crode sembrano spuntare dai prati. La
Val Belluna e i suoi dintorni non sono belli, ma Buzzati se ne serve
per il loro senso di mistero: possiedono meandri, luoghi veramente
abbandonati non da Dio, ma dagli uomini, ma tali da far rileggere non
solo questo libro, ma molti altri compresi gli articoli degli anni
subito seguenti l'inizio del secondo dopoguerra. Un pomeriggio che
senza tanto clamore ha riportato a galla i problemi irrisolti delle
malattie mentali, da troppo tempo messi nell'angolo. Buzzati
è un testimone fortemente influenzato dalla sua passione, dove i
monti assumono carattere di metafora sul significato della vita e
della morte, alle tragedie dell’alpinismo. E' un testimone
fortemente influenzato dalla sua passione, dove i monti assumono
carattere di metafora sul significato della vita e della morte.
Dopo “Le montagne di vetro”.
La rassegna e la mostra fotografica
si concluderanno, sempre in auditorium Cos-Mo. sabato 29 ottobre alle
ore 17 con uno spettacolo messo in scena dall’Associazione Aitsam e
curato dal Gruppo “Il Gabbiano”,
dalla
Cooperativa Itaca, dall’Associazione Momentaneamente Assenti, e
dallo stesso Comune di Pieve. VITTORE DORO
Negli articoli e nei racconti, introdotti e commentati da Enrico Camanni, si scopr



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