PIEVE DI CADORE
La “nonna” di Pieve di Cadore ha 104 anni. Si chiama Maria Luigia Bet vedova Tonon la signora più anziana del Comune di Pieve di Cadore. Nei giorni scorsi ha compiuto 104 anni essendo nata l’8 agosto 1918.“Sono stati 104 anni veramente vissuti”, spiegano i discendenti, “nei quali la sua esistenza, sempre lucida e vivace, ha sempre avuto un peso importante e sa dare ancora molto a chi la conosce e la incontra”. Lucidissima e pronta alla battuta ha ricordato con piacere al sindaco di Pieve, che è andato a trovarla per farle gli auguri, gli anni di intensa attività con tanti sacrifici ma anche con una grande soddisfazione professionale e molta gioia derivante da una famiglia che è sempre stata unita. Da anni ormai soffre di una cecità invalidante che però ha ridimensionato solo in parte il suo stile di vita fatto di tanti interesse, di passeggiate, di esercizi mnemonici e di curiosità. Maria Luigia Bet è nata a Colle Umberto in Provincia di Treviso l'8 agosto 1918, 5^ di una famiglia di 9 figli, ma per un errore dell'ufficio anagrafe del Comune di Colle Umberto, distrutto da un incendio, durante la guerra, viene registrata con data di nascita diversa: 6 agosto 1918, che rimarrà trascritta in tutti i registri e i documenti. Maria Luigia, dunque, non solo è ultracentenaria, ma è anche una delle poche superstiti della Prima Guerra Mondiale. Si sposa con Bruno Tonon, di Castello Roganzuolo il 16 febbraio 1946, dove va ad abitare. La famiglia cresce presto. Nascono 4 figli: Maurilio, Clara, Cesarina e Gilberto. Nel 1954, l'11 novembre, Bruno Tonon , che nella Seconda Guerra Mondiale per un decennio era stato fisso nelle caserme di Tai, decide di trasferisrsi con tutta la famiglia dal Castello Roganzuolo, proprio a Tai di Cadore. Quì iniziano ad occuparsi di agricoltura, ma ben presto integrano questa attività con un'azienda turistica – commerciale-, con l'unico scopo di mantenere la famiglia e di dare un futuro ai loro figli. Ben presto con il loro impegno e il loro lavoro diventano degli imprenditori affermati: la Comunità li accoglie e li porta a integrarsi e a collaborare a varie iniziative per la collettività. Nel 1994, il marito Bruno muore e nonostante Maria sia rimasta sola, con la tenacia e il coraggio che ha sempre dimostrato, non solo affronta il dolore per la perdita del marito, ma continua il suo impegno di madre, mettendo al primo posto l'unione della famiglia. Fornisce così un esempio di amore per la vita. In questo suo impegno trova l'attiva collaborazione da parte dei figli, dei generi, delle nuore e dei nipoti: Giorgio, Claudia, Stefano, Paola e Nadia. Li segue da vicino, come sta ancora seguendo i pronipoti: Giorgia,Matilde, Alessia, Filippo, Asia, Laura e Andrea, negli studi, negli importanti risultati sportivi e nei vari interessi. “Sono stati 104 anni veramente vissuti”, spiegano i discendenti, “nei quali la sua esistenza, sempre lucida e vivace, ha sempre avuto un peso importante e sa dare ancora molto a chi la conosce e la incontra”. VITTORE DORO
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