LETTERA
APERTA
ai
CANDIDATI alla PRESIDENZA e al CONSIGLIO della PROVINCIA DI BELLUNO:
Amalia
Serenella Bogana; Massimo Bortoluzzi; Sisto Da Roit; Alessandro Dalla
Gasperina; Francesca De Biasi; Franco De Bon ; Gianluca Lorenzi Ivan
Minella; Pier Luigi Svaluto Ferro; Calogero Matteo Trinceri;
all’Assessore
Regionale Gianpaolo Bottaccin
ai
Sindaci dell’area dalla legge 482 (lingue minoritarie) della
Provincia di Belluno
ai
Presidenti delle Unioni Montane.
a
tutti i mezzi di comunicazione.
OGGETTO: Nel nuovo Consiglio Provinciale riservare un assessorato specifico per le lingue minoritarie della
Provincia di Belluno: Ladini e Cimbri.
In
questi giorni l'Istituto
“Ladin de la Dolomites” che rappresenta i ladini bellunesi che si
riconoscono nella “Federazione dei Ladini del Veneto”, ha emesso
un comunicato con il quale rende noto che dal 2018, dopo 14 anni di
attività, per carenza di finanziamenti, non sarà più in grado di
stampare il suo periodico “Ladin”, che sarà reperibile solo sul
suo sito Web. Non solo: “I
finanziamenti statali e regionali a favore delle minoranze
linguistiche sono, purtroppo” scrive Ernesto Majoni direttore
dell’Istituto, “sempre più ridotti e rigidamente incanalati;
alcuni sportelli sono stati sospesi e risulta sempre più difficile
proseguire diverse attività, diradando di conseguenza rapporti
scientifici e di collaborazione con associazioni, enti, istituzioni.
Gli sportelli mantengono comunque il proprio impegno a favore della
lingua e della cultura del territorio ladino bellunese, affrontando
grandi ostacoli ma riuscendo anche a conseguire ugualmente
lusinghieri traguardi”. Questa non è altro che
l’ennesima dimostrazione del disinteresse che sia la Regione Veneto
che la Provincia di Belluno hanno sempre dimostrato nel rispetto
della legge 482 che prevede la salvaguardia della lingue minoritarie
(nel bellunese erano 3:Ladini, Gemanofoni e Cimbri, ora proprio per
il disinteresse dei politici e amministratori bellunesi, ridotte a 2,
avendo perso Sappada). La
Federazione fra le Unioni Ladine rappresenta le associazioni
culturali ladine presenti sul territorio dei 39 comuni perimetrati di
minoranza ladina in Provincia di Belluno. Da anni sostiene le
iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua
ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il
mantenimento della specificità del territorio. Tra queste iniziative
c’è anche l'Istituto
“Ladin de la Dolomites” che ha sede a Borca di Cadore. La
Federazione crede che l’area di minoranza linguistica abbia bisogno
di riconoscimenti e specificità più volte invocati da tutte le
forze politiche, ma queste istanze non hanno mai ricevute avere
adeguate risposte sia in ambito regionale, provinciale, comunale e
delle Unioni Montane. Per
queste ragioni, chiede nella fase di rinnovo del Consiglio
provinciale del prossimo 7 gennaio 2018, chiede di “riservare
un assessorato specifico per le lingue minoritarie della Provincia di
Belluno: Ladini e Cimbri” che dovrà impegnarsi
in prima persona per ottenere una revisione della legge regionale di
tutela delle minoranze linguistiche simile a quella presente nelle
regioni vicine.
Sinora le minoranze linguistiche bellunesi sono sempre state
trattate alla stregua di un'associazione dilettantistica,
dimenticando il fatto che sono state riconosciute a livello
nazionale con la legge 482 del 1999 e anche a livello europeo –
vedi protocollo firmato dal presidente Monti nell'ottobre del 2011.
Il fatto è solo politico ed è sintomatico della mancanza di cultura
degli amministratori pubblici bellunesi inviati in Provincia e in
Regione per difendere gli interessi e i diritti delle popolazioni di
lingua minoritaria che popolano il territorio provinciale che si
estende per la parte alta della Provincia di Belluno, l’area oggi
chiamata le “Terre Alte” all’Altipiano del Cansiglio. Gli
abitanti di questi comuni della provincia di Belluno non sono mai
stati considerati dai loro amministratori come una forza da
utilizzare per mantenere in vita i paesi dolomitici e fare forza su
di loro anche per il mantenimento dei servizi al territorio. Il più
delle volte sono stati sottovalutati e considerati dagli
amministratori solo come un elemento folcloristico da esibire nelle
manifestazioni e mai come una forza in grado di contrattare con la
pianura per ottenere quanto la montagna ha diritto. Ciò a differenza
di quanto è successo nella Regione Trentino Alto Adige, dove hanno
ottenuto uno status tanto forte, tanto da avere anche una rete Rai
apposita, alla quale -purtroppo- anche i ladini bellunesi sono
costretti a riferirsi, non trovando appoggio nella propria provincia
e tra i propri amministratori. I ladini di quelle province non sono
stati traditi dai loro amministratori eletti nel consiglio
Provinciale e ancora di più dai Consiglieri, Regionali. Un
tradimento degli amministratori bellunesi che oggi la provincia di
Belluno paga a caro prezzo, perché avendo dimostrato di essere senza
una propria identità, ne ha subito le conseguenze: anche in fase di
discussione e approvazione da parte del Consiglio Regionale della
proposta di legge sul dialetto veneto, da quanto è stato possibile
appurare, nessuna voce bellunese, si è levata in difesa delle
minoranze linguistiche bellunesi esistenti sul proprio territorio.
Oggi i comuni sono 34, perché i 4 Comuni di Livinallongo, Colle
Santa Lucia, Cortina e Rocca Pietore si sono staccati dalla
Federazione perché si considerano <storici> ed hanno
costituito un loro Istituto. Da anni la Federazione sostiene le
iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua
ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il
mantenimento della specificità del territorio. La Federazione crede
che questa area di minoranza linguistica abbia bisogno di
riconoscimenti e specificità più volte invocati da tutte le forze
politiche ma mai condotte con la sufficente incisività e decisione
tale da ottenere dei risultati. Perciò non sono mai state ottenute
le necessarie risposte da chi dalla Laguna pretende di governare la
montagna. Per tale motivo, nella fase della elaborazione del nuovo
statuto regionale, la Federazione si era impegnata in prima persona
chiedendo al Presidente della Consiglio regionale un riconoscimento
specifico nello statuto della Regione Veneto ed una revisione della
legge regionale di tutela delle minoranze linguistiche simile a
quella presente in regioni a noi vicine. A questo scopo, dopo un
assemblea unitaria tenutasi a Caviola, la Federazione fece approvare
a tutti i comuni ladini una delibera da inviare alla Regione Veneto
con la quale veniva chiesto alla Regione, che nella fase di
elaborazione del nuovo statuto regionale, venisse previsto un
consigliere riservato alle lingue minoritarie. La delibera fu
approvata da tutte le amministrazioni comunali e inviata all'apposita
commissione regionale, coinvolgendo nella proposta tutti i consigleri
regionali bellunesi. Pur avendo interessato personalmente i
Consiglieri regionali bellunesi, nulla è stato ottenuto e anzi
proprio quest'ultimi hanno tenuto nei cassetti le richieste e le
proposte dei loro elettori approvando uno statuto che escude
completamente quanto chiesto dai ladini. La Federazione crede che uno
sforzo da parte di tutti i rappresentanti istituzionali e culturali
dell'area sia indispensabile per fare in modo che il nostro
territorio riceva deleghe e specificità che permettano alla nostra
gente di restare nelle valli dove è nata e mantenga cultura, lingua
e tradizioni.