martedì 26 dicembre 2017

NEL CONSIGLIO PROVINCIALE E' NECESSARIO UN ASSESSORATO ALLE LINGUE MINORITARIE

LETTERA APERTA
ai CANDIDATI alla PRESIDENZA  e al CONSIGLIO della PROVINCIA DI BELLUNO:
Amalia Serenella Bogana; Massimo Bortoluzzi; Sisto Da Roit; Alessandro Dalla Gasperina; Francesca De Biasi; Franco De Bon ; Gianluca Lorenzi Ivan Minella; Pier Luigi Svaluto Ferro; Calogero Matteo Trinceri;
all’Assessore Regionale Gianpaolo Bottaccin
ai Sindaci dell’area dalla legge 482 (lingue minoritarie) della Provincia di Belluno
ai Presidenti delle Unioni Montane.
a tutti i mezzi di comunicazione.
OGGETTO: Nel nuovo Consiglio Provinciale riservare un assessorato specifico per le lingue minoritarie della Provincia di Belluno: Ladini e Cimbri.
In questi giorni l'Istituto “Ladin de la Dolomites” che rappresenta i ladini bellunesi che si riconoscono nella “Federazione dei Ladini del Veneto”, ha emesso un comunicato con il quale rende noto che dal 2018, dopo 14 anni di attività, per carenza di finanziamenti, non sarà più in grado di stampare il suo periodico “Ladin”, che sarà reperibile solo sul suo sito Web. Non solo: “I finanziamenti statali e regionali a favore delle minoranze linguistiche sono, purtroppo” scrive Ernesto Majoni direttore dell’Istituto, “sempre più ridotti e rigidamente incanalati; alcuni sportelli sono stati sospesi e risulta sempre più difficile proseguire diverse attività, diradando di conseguenza rapporti scientifici e di collaborazione con associazioni, enti, istituzioni. Gli sportelli mantengono comunque il proprio impegno a favore della lingua e della cultura del territorio ladino bellunese, affrontando grandi ostacoli ma riuscendo anche a conseguire ugualmente lusinghieri traguardi”. Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione del disinteresse che sia la Regione Veneto che la Provincia di Belluno hanno sempre dimostrato nel rispetto della legge 482 che prevede la salvaguardia della lingue minoritarie (nel bellunese erano 3:Ladini, Gemanofoni e Cimbri, ora proprio per il disinteresse dei politici e amministratori bellunesi, ridotte a 2, avendo perso Sappada). La Federazione fra le Unioni Ladine rappresenta le associazioni culturali ladine presenti sul territorio dei 39 comuni perimetrati di minoranza ladina in Provincia di Belluno. Da anni sostiene le iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il mantenimento della specificità del territorio. Tra queste iniziative c’è anche l'Istituto “Ladin de la Dolomites” che ha sede a Borca di Cadore. La Federazione crede che l’area di minoranza linguistica abbia bisogno di riconoscimenti e specificità più volte invocati da tutte le forze politiche, ma queste istanze non hanno mai ricevute avere adeguate risposte sia in ambito regionale, provinciale, comunale e delle Unioni Montane. Per queste ragioni, chiede nella fase di rinnovo del Consiglio provinciale del prossimo 7 gennaio 2018, chiede di “riservare un assessorato specifico per le lingue minoritarie della Provincia di Belluno: Ladini e Cimbri” che dovrà impegnarsi in prima persona per ottenere una revisione della legge regionale di tutela delle minoranze linguistiche simile a quella presente nelle regioni vicine. Sinora le minoranze linguistiche bellunesi sono sempre state trattate alla stregua di un'associazione dilettantistica, dimenticando il fatto che sono state riconosciute a livello nazionale con la legge 482 del 1999 e anche a livello europeo – vedi protocollo firmato dal presidente Monti nell'ottobre del 2011. Il fatto è solo politico ed è sintomatico della mancanza di cultura degli amministratori pubblici bellunesi inviati in Provincia e in Regione per difendere gli interessi e i diritti delle popolazioni di lingua minoritaria che popolano il territorio provinciale che si estende per la parte alta della Provincia di Belluno, l’area oggi chiamata le “Terre Alte” all’Altipiano del Cansiglio. Gli abitanti di questi comuni della provincia di Belluno non sono mai stati considerati dai loro amministratori come una forza da utilizzare per mantenere in vita i paesi dolomitici e fare forza su di loro anche per il mantenimento dei servizi al territorio. Il più delle volte sono stati sottovalutati e considerati dagli amministratori solo come un elemento folcloristico da esibire nelle manifestazioni e mai come una forza in grado di contrattare con la pianura per ottenere quanto la montagna ha diritto. Ciò a differenza di quanto è successo nella Regione Trentino Alto Adige, dove hanno ottenuto uno status tanto forte, tanto da avere anche una rete Rai apposita, alla quale -purtroppo- anche i ladini bellunesi sono costretti a riferirsi, non trovando appoggio nella propria provincia e tra i propri amministratori. I ladini di quelle province non sono stati traditi dai loro amministratori eletti nel consiglio Provinciale e ancora di più dai Consiglieri, Regionali. Un tradimento degli amministratori bellunesi che oggi la provincia di Belluno paga a caro prezzo, perché avendo dimostrato di essere senza una propria identità, ne ha subito le conseguenze: anche in fase di discussione e approvazione da parte del Consiglio Regionale della proposta di legge sul dialetto veneto, da quanto è stato possibile appurare, nessuna voce bellunese, si è levata in difesa delle minoranze linguistiche bellunesi esistenti sul proprio territorio. Oggi i comuni sono 34, perché i 4 Comuni di Livinallongo, Colle Santa Lucia, Cortina e Rocca Pietore si sono staccati dalla Federazione perché si considerano <storici> ed hanno costituito un loro Istituto. Da anni la Federazione sostiene le iniziative di promozione e valorizzazione culturale della lingua ladina e si sta impegnando in progetti che hanno come finalità il mantenimento della specificità del territorio. La Federazione crede che questa area di minoranza linguistica abbia bisogno di riconoscimenti e specificità più volte invocati da tutte le forze politiche ma mai condotte con la sufficente incisività e decisione tale da ottenere dei risultati. Perciò non sono mai state ottenute le necessarie risposte da chi dalla Laguna pretende di governare la montagna. Per tale motivo, nella fase della elaborazione del nuovo statuto regionale, la Federazione si era impegnata in prima persona chiedendo al Presidente della Consiglio regionale un riconoscimento specifico nello statuto della Regione Veneto ed una revisione della legge regionale di tutela delle minoranze linguistiche simile a quella presente in regioni a noi vicine. A questo scopo, dopo un assemblea unitaria tenutasi a Caviola, la Federazione fece approvare a tutti i comuni ladini una delibera da inviare alla Regione Veneto con la quale veniva chiesto alla Regione, che nella fase di elaborazione del nuovo statuto regionale, venisse previsto un consigliere riservato alle lingue minoritarie. La delibera fu approvata da tutte le amministrazioni comunali e inviata all'apposita commissione regionale, coinvolgendo nella proposta tutti i consigleri regionali bellunesi. Pur avendo interessato personalmente i Consiglieri regionali bellunesi, nulla è stato ottenuto e anzi proprio quest'ultimi hanno tenuto nei cassetti le richieste e le proposte dei loro elettori approvando uno statuto che escude completamente quanto chiesto dai ladini. La Federazione crede che uno sforzo da parte di tutti i rappresentanti istituzionali e culturali dell'area sia indispensabile per fare in modo che il nostro territorio riceva deleghe e specificità che permettano alla nostra gente di restare nelle valli dove è nata e mantenga cultura, lingua e tradizioni.


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