CADORE
Avevamo ragione noi: anche l'assessore regionale ai trasporti De Berti è su questa linea!
"Quella ferrovia non s'ha da fare e probabilmente non si farà"almeno fino a quando i responsabili del pensiero cadorino corrente, non capiranno che è indispensabile una voce sola e che questa voce non proponga una soluzione irreale ed economicamente non valida: lo dimostra l'incontro tenuto in Magnifica Comunità di Cadore giovedì 18 agosto che ha fatto ritornare in mente quanto sosteneva l'Assesssore Regionale ai Trasporti Fabbris, quando sul tappeto era stato posto il prolungamento della linea ferroviaria Ponte nelle Alpi - Calalzo: "ho l'impressione che gli amministratori cadorini siano come i galli manzoniani di Renzo Tramaglino, che a forza di beccarsi sono riusciti a farsi tirare il collo" (se qualcuno vuole ascoltare la registrazione di allora, fatta per Radio Cortina, deve solo chiedere). Dall'esterno oggi i cittadini hanno l'impressione che le discussioni tra i sindaci siano approdate allo stesso risultato: dopo tanto discutere e dopo aver messo sul tappeto la terza soluzione, la Regione Veneto prenderà la stessa decisione: tirerà il collo ai galli, ovvero deciderà di non fare più nulla e lascerà il Cadore in attesa di una linea ferroviaria che non sarà mai costruita perché troppo costosa da costruire, troppo onerosa per la sua gestione perché inutile. Differente sarebbe stato, invece, se il problema fosse stato affrontato senza i paraocchi del campanilismo, un cancro che sta distruggendo il Cadore. Sono due i temi che nessuno in questi anni ha mai portato in discussione: il primo è il perdurare dell'isolamento del Friuli Venezia Giulia nei confronti del Cadore e della Val Pusteria; il secondo è la perdita di tempo imposta al treno e agli autobus nel percorrere due volte nello stesso viaggio il tragitto dalla stazione di Perarolo a Calalzo e viceversa. Un allungamento del viaggio di almeno mezzora tra la partenza del treno dalla stazione di Perarolo, il suo arrivo a Calalzo e poi - a parte l'attesa per la coincidenza con l'autobus della Dolomitibus-l'arrivo alla stazione delle autocorriere nel Piazzale Dolomiti di Tai, dove inizia la linea automobilistica della Valboite. Il sindaco di Cortina, durante l'incontro con l'Assessore De Berti ha affermato che a lui non interessava quale strada percorresse il treno, ma la sua esigenza era solo quella della durata del viaggio da Venezia a Cortina. Tanto, ha aggiunto, sono sicuro che entro 10 anni la ferrovia arriverà comunque a Cortina, se non da Venezia, da Bolzano, Questo perché quando sarà terminata la nuova linea del Brennero, i turisti in arrivo dal Nord Europa dovranno pur andare da qualche parte e Cortina sarà la meta privilegiata. Perché ogni sindaco vuole la ferrovia sotto casa? E intanto non affrontano problemi come quelli della scuola e da anni consentonio la fuga di oltre 140 studenti a Belluno?
Cosa fare, allora? Ne parleremo in un prossimo Blog.
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