sabato 30 agosto 2025

 

30 agosto festa patrono

PIEVE DI CADORE

Lunedì 8 settembre don Luigi Ciotti torna a casa: un evento speciale a Pieve di Cadore. Il prossimo 8 settembre, in occasione della festa patronale di Santa Maria Nascente, Pieve di Cadore accoglierà con grande emozione Don Luigi Ciotti, figura simbolo dell’impegno civile e sociale in Italia. Nato proprio a Sottocastello di Pieve di Cadore 80 anni fa, Don Ciotti tornerà nella sua terra natale per una due giorni di incontri, riflessioni e celebrazioni che coinvolgeranno l’intera comunità.


Il programma prenderà il via domenica 7 settembre alle ore 15.30 l’auditorium Cos-Mo., dove don Luigi terrà una riflessione pubblica dal titolo: “Pace, Creato, Accoglienza. Per ritrovare Fiducia e Speranza”. L’incontro, promosso dalla parrocchia di Pieve con il parroco Diego Soravia e sostenuto dalla Magnifica Comunità di Cadore e dal Comune, vedrà la partecipazione di associazioni, amministratori, imprenditori, sportivi e cittadini. Non va dimenticato che il sacerdote è anche il fondatore di Libera, che in Cadore ha un presidio molto attivo, intitolato alla memoria di Barbara Rizzo uccisa da una bomba a Pizzolungo. Al termine dell’incontro, in Piazza Tiziano, e sul sagrato della chiesa, sarà offerto un rinfresco aperto a tutti, con un invito speciale rivolto ai rappresentanti della terza età e ai coscritti del 1945, coetanei di Don Ciotti organizzato dal volontariato e dal gruppo Alpini. Inoltre dalla mattina al tardo pomeriggio si terrà un mercatino dell'artigianato e prodotti locali. Il momento conviviale servirà per rinsaldare i legami e celebrare le radici comuni. Il giorno seguente, lunedì 8 settembre, Don Ciotti parteciperà alla festa patronale con due momenti significativi: la visita alle opere dei pittori dell’Ex Tempore in Piazza Tiziano e la concelebrazione della messa solenne delle ore 18.30 nella Chiesa Arcidiaconale, insieme ai parroci del Cadore. Questo ritorno assume un valore profondo: non solo per la comunità che lo ha visto nascere, ma per tutti coloro che riconoscono in Don Ciotti un testimone autentico di giustizia, solidarietà e speranza. La sua presenza a Pieve di Cadore sarà un’occasione per riflettere sul senso dell’impegno personale e collettivo, in un tempo che ha bisogno di voci credibili e radicate. Vittore Doro



lunedì 14 luglio 2025

 


PIEVE DI CADORE

Domani 16 luglio 2025 il Consiglio Comunale di Pieve di Cadore, convocato per le ore 18.30 nella sala consigliare del municipio, dalla Sindaca Sindi Manushi, all'ultimo punto della seduta ha in programma di approvare un ordine Ordine del giorno con oggetto: “Riconoscere la Palestina quale stato democratico e sovrano”. Si tratta di un Ordine del Giorno che ha un valore simbolico e politico: non ha effetti giuridici diretti, ma rappresenta una presa di posizione ufficiale da parte dell’amministrazione locale su una questione internazionale. La mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina ha un significato politico e simbolico molto rilevante, anche se viene discussa in un consiglio comunale locale come quello di Pieve di Cadore. Ecco cosa rappresenta: E' un gesto di solidarietà internazionale con il quale il Comune esprime vicinanza al popolo palestinese e sostiene il diritto all’autodeterminazione. È un modo per dire: “Anche noi, come comunità locale, ci schieriamo per la pace e la giustizia”. Inoltre è il riconoscimento simbolico dello Stato di Palestina. La mozione chiede che l’Italia riconosca la Palestina come Stato democratico e sovrano, nei confini precedenti al 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa. Una posizione che si allinea con la posizione di oltre 146 Paesi membri dell’ONU che hanno già formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina. Lo scopo è di fare una pressione dal basso verso il governo nazionale. Anche se un Comune non ha potere diplomatico, può influenzare il dibattito politico nazionale. La mozione richiama le risoluzioni ONU, gli Accordi di Oslo e la Costituzione italiana, che ripudia la guerra e promuove la cooperazione tra i popoli. Inoltre si condannano le violazioni dei diritti umani e si chiede una soluzione politica basata su “due popoli, due Stati, come sostenuto dal Presidente della Repubblica Italiana”. La mozione non è “contro” Israele, ma a favore di una pace duratura e del rispetto reciproco.VITTORE DORO


 

PIEVE DI CADORE

Il ricordo di Michele Palatini è stato recentemente celebrato con grande intensità e affetto a Pieve di Cadore, nel salone della Magnifica Comunità di Cadore. L’evento, tenutosi l’11 luglio 2025, ha visto gli interventi di Bruno De Donà e Renzo Bortolot, che hanno tracciato un ritratto profondo e umano di questa figura storica impegnato per i diritti delle classi meno abbienti, con una visione democratica e libertaria. Michele Palatini era nato nel 1855 a Padova e morto nel 1914 a Belluno: avvocato, politico e filantropo, fu anche deputato del Regno d’Italia dal 1900 al 1904. “Nel programma dedicato ai 150 anni di storia della Magnifica ha affermato il Presidente Bortolot – una particolare attenzione è stata rivolta alla riscoperta di una serie di personalità, oggi poco note, che hanno lavorato per la valorizzazione e la crescita del nostro territorio” .L’intervento di Bruno De Donà ha messo in luce il profilo umano e professionale di Palatini, sottolineando il suo impegno disinteressato e privo di ambizioni personali. L’oratore nel suo intervento ha evidenziato sopratutto il suo ruolo nel progresso civile e morale del Cadore tanto importante in quei tempi. “Avvocato, politico, filantropo. Uno di quella cerchia di personalità che ha reso grande il Cadore. Sempre impegnato” ha affermato De Donà, “per i diritti delle classi meno abbienti, con una visione democratica e libertaria ancora oggi attuale. Ne è un esempio la sua attività in Parlamento dove presentò 2 progetti di legge e intervenne 19 volte in aula. Inoltre” ha aggiunto, Si distinse per la sua attenzione alle classi lavoratrici, in particolare agli operai dei boschi, esclusi dalla legge sugli infortuni del 1898”. Nel programma dedicato ai 150 anni di storia della Magnifica il Presidente Bortolot al ricevuto, donato da parte della Famiglia Palatini alla Magnifica Comunità, il ritratto di Michele Palatini realizzato dal pittore Edgardo Rossaro nei primi anni del Novecento. “L’opera il Presidente andrà ad arricchire la nostra preziosa raccolta che, grazie a una serie di acquisizioni avvenute nel corso degli ultimi cinque anni, sta diventando sempre più importante nell’auspicio che presto si possa finalmente riuscire a trovare una collocazione stabile e fruibile al pubblico”. VITTORE DORO





venerdì 11 luglio 2025


 

8 LUGLIO SUPERCADORE MARINO CASSOL CONFERMATO PRESIDENTE

VODO DI CADORE

Marino Cassol nell'assemblea dei soci dell'Associazione Supercadore che si è tenuta il 28 giugno nella frazione di Vinigo del Comune di Vodo di Cadore è stato riconfermato alla presidenza. Una notizia che conferma la continuità e la fiducia nel suo operato da parte dei soci. Cassol ha guidato il club con passione, ottenendo risultati sportivi di rilievo e mantenendo viva la tradizione dello sci nel Cadore. E con il 2025 che segna il cinquantesimo anniversario dalla fondazione del club, la sua leadership sarà fondamentale per celebrare al meglio questo traguardo storico. “Lo Sci Club Supercadore” ha affermato il presidente , “è stato fondato nel 1975 grazie all’iniziativa di Gianni Passuello e di un gruppo di amici noti come i “superquaranta” tra i quali Neri Valmassoi e Mariano Sala. Questo gruppo di appassionati dello sci ha dato vita a un sodalizio che, nel corso degli anni, è diventato un punto di riferimento per lo sport invernale nel Cadore, promuovendo l’attività agonistica e amatoriale con spirito di amicizia e coesione. Qualche dubbio, dato dall'andamento demografico, è sorto legato alle nuove leve. Nel 2025” conclude “ il club celebra quindi il suo cinquantesimo anniversario, un traguardo importante che testimonia la solidità e la passione che lo hanno accompagnato fin dalle origini. La festa è prevista per la fine di ottobre”. Sotto la guida di Cassol, il club ha raccolto importanti successi sportivi, tra cui: il 2º posto nel Criterium Regionale Master in notturna sul Nevegal; il 7º posto nel Trofeo delle Società all’Abetone, su 34 società partecipanti. Inoltre ottimi piazzamenti dei giovani atleti anche in competizioni di livello internazionale. Il suo impegno non si è limitato ai risultati sportivi. Cassol ha lavorato per rafforzare l’identità e il senso di appartenenza al club, valorizzandone la storia e preparandolo alla celebrazione del cinquantesimo anniversario dalla fondazione. Un traguardo importante che lo Sci Club Supercadore si appresta a celebrare con entusiasmo, passione e, grazie alla rinnovata guida di Cassol, anche con una visione proiettata al futuro. Lo Sci Club Supercadore è stato fondato nel 1975 grazie all’iniziativa di Gianni Passuello e di un gruppo di amici noti come i “superquaranta”. Questo gruppo di appassionati dello sci ha dato vita a un sodalizio che, nel corso degli anni, è diventato un punto di riferimento per lo sport invernale nel Cadore, promuovendo l’attività agonistica e amatoriale con spirito di amicizia e coesione.

VITTORE DORO



venerdì 4 luglio 2025


 PIEVE DI CADORE

Con la conclusione degli esami di licenza  della scuola dell'obbligo, inizia la raccolta delle iscrizioni alle scuole secondarie superiori degli studenti di terza media per l'anno scolastico 2025-2026.  Ritorna  sempre più attuale il problema dello spopolamento degli istituti scolastici cadorini, alcuni dei quali non raccoglieranno un numero d'iscritti sufficiente per iniziare il nuovo corso scolastico. Considerando che il calo demografico nelle Terre Alte prosegue, l'unico modo per avere studenti <nuovi> è quello di promuovere l'immigrazione scolastica per fermare lo spopolamento e quindi tenere aperti gli istituti scolastici con pochi iscritti. In realtà, in Cadore e Cortina ci sono degli istituzioni scolastiche di qualità ed è risaputo che la scuola di qualità attrae studenti anche non cadorini, puntando sul livello d'istruzione esistente e sulle le caratteristiche ambientali del territorio dolomitico e sulla situazione sociale esistente. L'unico neo di queste scuole è che oggi non ci sono condizioni ottimali per accoglierli. Uno dei problemi che condizionano il calo delle nascite in Cadore è legato alla difficoltà delle famiglie a dare una istruzione ai propri figli. Non parlo solo di chi abita nelle località più lontane dagli Istituti scolastici, ma anche nei paesi di fondo valle. Fino a quando è esistito il Distretto Scolastico n°1 Cadore, il problema era minimo perché ogni anno l'ente provvedeva a razionalizzare la richiesta di nuovi indirizzi scolastici del territorio. All'interno del Distretto, infatti, ad eccezione delle scuole di specializzazione, come agraria e aviazione, esistevano tutti gli indirizzi scolastici in grado di rispondere alle esigenze del territorio, compresa l'informatica. Mancava solo l'istituto per geometri. Con la trasformazione del Distretto in Comitato d'Ambito i responsabili scolastici (sindaci e docenti) mancando una programmazione concreta, per difendere il loro campanile, hanno creato delle disfunzioni che hanno portato allo <spezzatino degli Istituti scolastici> senza senso che non rispondendo più alle necessità dei territori, hanno provocato la discesa verso la pianura di almeno 160 studenti all'anno, depauperando le scuole cadorine e ampezzane di nuova linfa, portandole sull'orlo della chiusura. per carenza d'iscrizioni. Vedi l'ENAIP di Calalzo che ha già chiuso, lasciando un territorio che vive anche di turismo, senza una scuola professionale in grado di dotare di personale preparato la Filiera del turismo. Un fatto molto grave in vista dei Giochi Olimpici di Cortina del 2026, ormai alle porte anche per il Cadore. Ci sono però degli istituti scolastici, come il Liceo Linguistico di Auronzo, la Scuola di Ottica di Pieve, la scuola del Mobile di Santo Stefano, che potrebbero fermare la tendenza alla fuga verso la pianura, anzi potrebbero, grazie alla vita tranquilla delle vallate cadorine, attrarre studenti esterni consentendo agli istituti cadorini di aumentare il numero d'iscritti. Per le esigenze del territorio -Cortina compresa- per essere attrattive dovrebbero nascere due convitti: uno a Pieve o dintorni; un altro in Comelico. Il convitto in Comelico servirebbe anche per completare l'offerta formativa di chi frequenta la scuola del Mobile di Santo Stefano e di Sedico che è già attrattiva. Gli studenti, infatti, anche coloro che iniziano la scuola a Sedico, negli anni conclusivi devono trasferirsi in Comelico per completare gli studi e dare gli esami. L' esempio più importante è la Scuola di Ottica di Pieve che oggi è costretta a rifiutare studenti extra cadorini, perché in Cadore non esiste un convitto dove alloggiare iscritti esterni. La dimostrazione di questa esigenza si ha nel fatto che ogni anno tra gli studenti che ottengono i migliori risultati, sono sempre più frequenti i nomi non cadorini e spesso di extracomunitari. Nei tempi passati, quando la Scuola di Ottica stava crescendo, anche se c'era solo il triennio, grazie agli studenti esterni raggiunse e superò la duecento unità. Arrivavano dall'Italia, ma anche da paesi esteri.  Oggi, come sono strutturate le lezioni, venire a Pieve per studiare costa troppo e le famiglie -anche quelle benestanti ma non ricche- non ce la fanno. Un esempio per tutti: gli affitta appartamenti di Calalzo, Domegge o Valle chiedono cifre esigue per l'alloggio dai 150 ai 250 Euro mensili. Ciò che rende più costosa la permanenza in Cadore sono però i trasporti: o risiedi in centro a Pieve, oppure con i mezzi pubblici spendi di media 330 €uro di trasporto per 10 mesi. E' quindi un problema che va affrontato al più presto specialmente dall'Ente Provincia. VITTORE DORO

giovedì 3 luglio 2025

PIEVE DI CADORE 

Da oltre un anno è in corso l’edificazione del complesso scolastico annesso al Liceo Scientifico Enrico Fermi in località Valcalda, che una volta completato prenderà il nome dell’attuale istituto e avrà al suo interno anche la Scuola di Ottica e l’Istituto Tecnico che attualmente funzionano nell’edificio della Vecchia Scuola Industriale del Cristo. Di questo rifacimento si discute da tempo, ma sinora del vecchio edificio non è stata trovata una destinazione. Negli anni recenti, quando era ancora in vita Nelso Costella, si è parlato di trasformare l’edificio in un museo sulla storia delle telecomunicazioni utilizzando la grande mole di attrezzature e di testimonianze di proprietà di Costella, un vero conoscitore del settore avendovi lavorato sin dal 1955 e diventato un punto di riferimento anche per le televisioni locali e nazionali comprese  la RAI e Mediaset. La sua preoccupazione era legata al futuro del materiale tecnico e dei reperti, una parte dei quali sono esposti -vedi telefoni e televisori Brion Vega- anche a Nuova York. Ora, dopo la scomparsa di Costella, di questo progetto, che era fatto proprio dalla Magnifica Comunità di Cadore- comproprietaria della scuola- nessuno ne parla più. Eppure l’edificio era stato realizzato come pegno di amicizia del Comune di Genova che alla nella prima guerra mondiale, durante “l’anno della fame” aveva accolto molti profughi cadorini apprezzandone l’onestà dimostrata anche durante la carestia. Per questi motivi non sarebbe opportuno destinare questa scuola per fini non di carattere morale e sociale. I Cadorini non lo capirebbero. La Scuola Tecnica Industriale di Pieve di Cadore ha infatti una storia affascinante che risale agli inizi del XX secolo. Il primo atto pubblico per la sua realizzazione risale a maggio 1920, quando venne stipulato un accordo per la sua costruzione. Un elemento chiave di questa iniziativa fu la donazione di 70.000 lire da parte della città di Genova, che aveva stretto legami di amicizia con il Cadore. Questa somma fu destinata alla costruzione di una Scuola Industriale Professionale a Pieve di Cadore. I membri del Comitato nominato dalla Sottoprefettura oggi Magnifica Comunità, accettarono la donazione con l'impegno di avviare i lavori entro due anni. La Magnifica Comunità si mise subito all'opera e nel 1924 la scuola aprì ufficialmente i battenti, con le prime lezioni che iniziarono nell'ottobre dello stesso anno. Nei primi anni, gli studenti uscivano con una preparazione che permetteva loro di inserirsi nel mondo del lavoro, rispondendo alle esigenze delle aziende locali. Nel 1928, la scuola divenne una “Scuola di Avviamento al Lavoro” con un percorso triennale. Già dopo i primi tre bienni i ragazzi uscirono con una preparazione che consentì loro di entrare nel mondo del lavoro perché il loro impegno li aveva portati ad acquisire la preparazione richiesta dalle aziende esistenti in Cadore. La Scuola Tecnica Industriale divenne un fondamentale luogo di formazione dal quale uscirono intere generazioni di meccanici adeguatamente preparati per lavorare nelle fabbriche di occhiali. Nel frattempo i giovani allievi usciti dalla scuola iniziarono a diventare imprenditori, portando in Cadore lavoro e creando il benessere che esiste ancora oggi.

 Molti ex studenti divennero imprenditori, contribuendo alla crescita economica del Cadore. Questa scuola ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo della comunità locale e continua a essere un punto di riferimento per la formazione tecnica e industriale.

VITTORE DORO

lunedì 9 giugno 2025

ULSS1 DOLOMITI AURONXO


 Problemi alcol correlati e complessi: esperienza e metodo dell’Alcologia di Auronzo di Cadore Oggi, sabato 7 giugno 2025, si è tenuto ad Auronzo di Cadore un evento formativo dedicato agli operatori del Dipartimento per le Dipendenze di Belluno e della Clinica Medica I dell’Azienda Ospedale di Padova sui problemi alcol correlati e complessi alla luce dell’esperienza e del metodo applicato presso il Day Hospital (DH) Alcologia di Auronzo, riavviato con i primi ricoveri a partire da marzo 2025. L’evento formativo è stata l’occasione per fare il punto rispetto a questi primi tre mesi di attività e coinvolgere, in un’ottica di implementazione e sviluppo della rete, anche le Associazioni dei Club Alcologici Territoriali (ACAT). Hanno partecipato circa 35 operatori e 20 rappresentanti delle ACAT del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, alla presenza del Commissario Ulss Dolomiti - Giuseppe Dal Ben, del Direttore Clinica Medica 1 Azienda Ospedale Università di Padova - Paolo Simioni e di alcune autorità del territorio. Durante la giornata sono intervenuti diversi operatori del Day Hospital, in particolare la dottoressa Amalia Manzan, che la scorsa settimana ha terminato il servizio in Ulss Dolomiti come Direttore del Dipartimento Dipendenze; il dottor Alfio De Sandre che è stato responsabile del Servizio e che continua a dare la sua collaborazione alle attività del DH; la dottoressa Erika Zola, Responsabile UOS Alcologia della Clinica Medica 1 di Padova; la dottoressa Ivana Stimamiglio, Psicoterapeuta Formatore e Servitrice Insegnante Club Alcologico Territoriale di Padova e professionisti che nel tempo hanno dato il loro sostanziale contributo alla pratica e all’esperienza del DH Alcologia e dei Club Alcologici Territoriali. E’ stato approfondito l’approccio ecologico sociale utilizzato dall’equipe multidisciplinare del Day Hospital Alcologia al fine di potenziare le competenze del personale e garantire l’uniformità dell’intervento, condividendo conoscenze ed esperienze con le équipe del Dipartimento Dipendenze di Belluno e della Clinica Medica I di Padova. I dati relativi ai problemi alcol correlati, in provincia di Belluno, indicano un aumento rispetto all’andamento Veneto e italiano. Affrontare, sia a livello preventivo, terapeutico e riabilitativo, i problemi correlati all’uso di alcol è pertanto un obiettivo prioritario dell’Azienda e del Dipartimento Dipendenze. “Il Day Hospital Alcologia di Auronzo è da sempre inserito nella rete alcologica con una funzione specialistica terapeutico riabilitativa, centrata sulla famiglia e la comunità locale. È basato sull’approccio ecologico-sociale di Hudolin, di cui sono pilastri centrali la Comunità Multifamiliare e la continuità con il territorio attraverso la rete dei Club Alcologici Territoriali. Rappresenta un importante nodo di riferimento per la rete alcologica veneta e nazionale, essendo un’esperienza unica nel panorama delle offerte terapeutiche. Il recente riavvio dell’attività del DH è stato frutto della collaborazione tra la UOSD Ser.D. - Alcologia di Auronzo, Dipartimento delle Dipendenze dell’Ulss Dolomiti e la UOS Alcologia della Clinica Medica I dell’Azienda Ospedale Università di Padova.” commenta Amalia Manzan, già Direttore del Dipartimento Dipendenze. “Il riavvio dell’Alcologia di Auronzo è una risposta importante a un bisogno della cittadinanza” commenta il Commissario Giuseppe Dal Ben “rappresenta inoltre la dimostrazione concreta del valore aggiunto della collaborazione con l’Università di Padova. Qui, infatti, oltre al personale del SerD dell’Ulss Dolomiti, che negli anni è stato precursore di questo modello di cura, operano i professionisti patavini portando nel territorio le più attuali metodologie.” Day Hospital Alcologia - Alcuni dati Ricoveri Dal 3 marzo 2025 ad oggi sono stati effettuati 32 ricoveri e la durata del trattamento è di circa 4 settimane. I pazienti ricoverati sono in prevalenza uomini. I pazienti afferenti al DH sono prevalentemente adulti tra i 40 e i 60 anni, fascia in cui si osservano le maggiori conseguenze cliniche del Disturbo da uso di alcol. Il bacino di utenza è ampio e coinvolge numerose province (prevalentemente Belluno, Verona, Padova, Pordenone), a conferma del ruolo interprovinciale e regionale del servizio. I principali invii al DH provengono dai Ser.D, con una quota significativa anche da reparti ospedalieri. Ciò evidenzia l'integrazione del Day Hospital con la rete delle dipendenze. L’ équipe L'equipe multidisciplinare è composta da: 1 medico libero professionista 1 medico internista specializzando 1 medico consulente della Clinica Medica I di Padova 2 psicologi 2 educatori professionali 1 assistente sociale 1 coordinatore 5 infermieri 1 oss Il servizio Il servizio è attivo 7 giorni su 7 e le attività riabilitative prevedono:  comunità multifamiliare;  lezioni su salute e danni d’organo;  colloqui individuali e familiari;  attività risocializzanti e psicoeducative