venerdì 23 dicembre 2016

IL SUICIDIO DEL CADORE


 NEL 2021 LA PROVINCIA DI BELLUNO E' SCESA SOTTO I 200.000 ABITANTI
Senza nuovi abitanti in tempi brevi, il Cadore e il bellunese sono destinati ad un ritorno al Medio Evo con la perdita dei servizi essenziali, con la chiusura degli ospedali, delle scuole, del commercio, e della ferrovia. Per questo non sono comprensibili  i molti  rifiuti  e le resistenze ad accogliere nei paesi di montagna, quasi disabitati a causa della denatalità e dell'emigrazione degli ultimi 50 anni, rifugiati e profughi provenienti da altri stati e da altri continenti. In quasi tutti i paesi dolomitici di cultura ladina, ormai quasi il 50% delle case o è occupato da una persona sola con i famigliari all'estero, oppure sono vuoti e il proprietario è condannato a pagare IMU  Tarsi e imposte varie senza avere in cambio alcun servizio. Se le autorità e le stesse comunità di villaggio proponessero alla  Prefettura un progetto per l'accoglienza nei paesi dolomitici per l'accoglimento in ogni comunità di una -due famiglie di richiedenti asilo che potrebbero occupare a pagamento una casa vuota, non solo ne trarrebbe beneficio la famiglia ospitata, ma molto di più la stessa comunità, ad iniziare da chi la ospita che recupererebbe il costo della casa attraverso l'affitto pagato in questo caso dallo Stato. Ne trarrebbe un beneficio il commercio che con una famiglia in più aumenterebbe il suo giro d'affari; ne avrebbero un vantaggio anche le scuole che potrebbero far ripartire  quelle classi ferme per carenza di scolari.Infine la stessa comunità che potrebbe avere a disposizione le persone necessarie per la manutenzione ambientale, tanto invocata quando ci sono le alluvioni e mai attuata per mancanza di mezzi. La provincia di Belluno perde oltre 1200 persone all'anno. Si tratta di un fenomeno  noto ancora dagli anni '90 del secolo scorso e che si è accentuato negli ultimi anni, favorito anche dalla crisi dell'occhiale e del turismo, una crisi che per quanto riguarda l'industria dell'occhiale sembra si sia fermata e gli ordini abbiano ripreso vigore in questi ultimi due anni. Sotto certi aspetti è una ripresa drogata dai cattivi comportamenti di alcuni  imprenditori che si stanno comportando nei confronti dei dipendenti in modo non sempre legale, senz'altro poco umano, utilizzandoli come scorta per i periodi di sovraproduzione.. Si affidano alle agenzie interinali che forniscono mano d'opera a basso costo, senza consentire a queste persone di avere un lavoro sicuro e con una garanzia per il futuro.
E' evidente che questi lavoratori, non appena capita loro l'occasione, lasciano il territorio che  si spopola ancora di più e anche chi vorrebbe  rimanerci, lo abbandona. Se aggiungiamo questo fenomeno alla diminuzione delle nascite, possiamo senz'altro affermare che nel futuro il Cadore e la montagna dolomitica non potrà recuperare l'economia perduta, ma rimarrà senza i servizi  essenziali e di conseguenza il livello della vita è destinato a crollare provocando un ulteriore abbandono dei paesi.